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La musica fa vibrare le corde dell'anima, scatena le emozioni. La musica può motivare, creare entusiasmo, alleviare la solitudine, stabilire connessioni energetiche, portare gioia e serenità. La musica a volte diventa anche l'unico modo per comunicare e confidare paure, ansie e fobie. E allora accade che arriva una ragazza "con la faccia da bambina, con la voce da piccina", con la grazia di una ballerina a raccontare della sua inquilina, la cherofobia. E l'attacco è subito dirompente, un preludio  disarmante … "Come te la spiego la paura di essere felici, quando non l'hanno capita nemmeno i miei amici? Questa è la mia cherofobia. No, non è negatività, questa è la mia cherofobia. Fa paura la felicità. Questa è la mia cherofobia, ma tu resta". E infatti si resta, ad ascoltare fino alla fine rispettando quel mondo intimo e delicato. E ci si interroga su cos'è esattamente questa cherofobia, da cosa nasce, quali siano i sintomi, le caratteristiche e se c'è una cura.

La cherofobia è la paura di essere felice.

Il termine cherofobia deriva dal greco chairo, «mi rallegro», e fobia, «paura» e significa proprio "paura dell'essere felice". Si apprende che non si tratta di una malattia ma di una particolare forma d'ansia che porta chi ne soffre a vivere in un generale e perenne stato di infelicità, che spinge ad evitare pure tutte quelle situazioni gioiose per paura di affrontare quelle dolorose. Le persone che ne soffrono scappano di fronte a qualcosa che può renderli felici, autosabotandosi; vivendo nella convinzione che qualcosa di terribile potrà accadere da un momento all'altro. Allora capita di avere paura di sorridere, di gioire e si comincia a vivere nel silenzio delle proprie emozioni. Si creano dei costrutti del tipo "Se sono felice allora succederà qualcosa di brutto", oppure "Se provo tanta tanta gioia allora per il principio di compensazione dovrò provare tanto tanto dolore" e ancora "Se sono una persona tanto felice allora diventerò una persona brutta, egoista e non avrò cura degli altri". Che sia uno scudo, una forma di protezione dal mondo esterno o che sia il risultato di un trauma infantile in cui l'umiliazione o la punizione abbiano distrutto la gioia, resta per queste persone la difficoltà di gestire le emozioni. “E cerco ogni forma di dolore mischiata dal sangue col sudore, e sento il respiro che manca e sento l'ansia che avanza, fatemi uscire da questa benedetta stanza!” Ed è proprio fare quel passo per uscire dalla stanza, quel passo che ti porta lontano da dove sei, che rappresenta l'aspetto fondamentale. Scoprire che la felicità può portare altra felicita. Conoscere la propria Matrice Emotiva  ti consente di entrare in contatto con gli altri in modo completo, rafforza le tue relazioni ricevendo stima, serenità e sicurezza. Le emozioni, tutte quante, colorano la nostra vita. Entrare sempre più in contatto con le proprie emozioni può essere la chiave per comprenderci. Ed essere in grado di valutare accuratamente se stessi è fondamentale per poter cominciare a cambiareÈ importante conoscere i propri punti di forza  e le proprie debolezze avendone cura, essere in grado di apprendere dalle esperienze passate, sia positive che negative, imparando a guardarci con gentilezza.